Un patrimonio degno di diventare un museo. Questo è la collezione Terruzzi, oggi la più importante collezione di arte antica e moderna ancora in mani private, cinquemila opere raccolte durante tutta una vita da Guido Angelo Terruzzi, ottantenne ex re del nichel, e da sua moglie Gianna.
A Palazzo Reale di Milano si possono ammirare oltre 200 capolavori di pittura veneziana del Settecento accanto a un nucleo di mobili e porcellane delle principali manifatture europee, come si intende dal sottotitolo della mostra: “pittura veneziana del Settecento, mobili e porcellane dalla collezione Terruzzi”, uno sguardo ristretto dopo la mostra “generalista” a Roma l'anno scorso.
Due le sezioni dedicate alla pittura. La prima, “paesaggi e vedute” (e capricci), inizia con i veneziani, Marco Ricci, Francesco Zuccarelli, Giuseppe Zais, Canaletto e suo padre Bernardo Canal, Bernardo Bellotto, Luca Carlevarijs, Michele Marieschi e Francesco Guardi (da ammirare il suo “Incendio a San Marcuola” già intriso di gusto ottocentesco). Poi Richter e le sue vedute di Venezia, le metalliche vedute veneziane di van Lint, le vedute romane di van Wittel. Quindi pittori non lagunari, Antonio Joli e Giambattista Cimaroli. Nella seconda, “pittura di figura”, Sebastiano Ricci (già moderno il violento “Caino e Abele”) e Francesco Fontebasso, Gian Antonio Guardi e Pietro Longhi, Balestra e Pittoni. Tiepolo è presente prepotentemente con due cicli: le tele provenienti dal veneziano Palazzo Sandi, del pittore ventenne, e gli affreschi di Palazzo Valmarana Franco a Vicenza, permeati di una sensibilità già pienamente neoclassica. Un capitolo a parte è Jacopo Amigoni, una mostra nella mostra (trenta opere su un catalogo personale di meno di duecento): ritrattista delle famiglie reali inglese e spagnola, scenografo, incisore, Amigoni coniuga il colorismo veneto e un'interpretazione personale del rococò europeo. La sua “Sacra Sindone” invero dovrebbe essere una Veronica.
La mostra prosegue con gli arredi: mobili, porcellane, argenti, arazzi e un'intera sala dedicata alle porcellane occidentali e orientali (Castelli, Meissen, Napoli, Sèvres, Parigi e cinesi di varie dinastie). E qui il visitatore si perde, si emoziona, quasi non respira. Esemplari di mobili romani, genovesi, siciliani, veneziani di qualità perfetta, vicino a quelli tedeschi e francesi di botteghe famose, che dimostrano, se mai ce ne fosse bisogno, che ebanisti, cesellatori e ceramisti sono, a tutti gli effetti, artisti al pari di pittori, scultori, incisori ed architetti: “un mobile, ma anche una porcellana, può essere letto come una scultura, come un dipinto, e l'artigiano che lo produce, quando la qualità raggiunge livelli di eccellenza, è a tutti gli effetti un vero e proprio artista. È stata la ricerca della qualità, dell'armonia delle forme e della bellezza a guidare sempre le nostre scelte di collezionisti, portandoci con eguale passione a circondarci di dipinti, mobili e oggetti d'arte”, scrive la famiglia Terruzzi nell'introduzione al catalogo, che contiene perfette riproduzioni fotografiche ed esaustive schede di tutte le opere in mostra, oltre alle biografie dei pittori.
Milano, Palazzo Reale, fino all'11 gennaio 2009, aperta lunedì dalle 14,30 alle 19,30, da martedì a domenica dalle 9,30 alle 19,30 (giovedì chiusura posticipata alle 22,30), ingresso euro 9,00, catalogo Skira, infoline 02.0202.
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